PALLANUOTO. Dopo la seconda edizione nel 1975 a Calì con l’unico oro di Klaus Dibiasi dalla Piattaforma, la terza edizione dei Campionati Mondiali degli Sport Acquatici è la prima ad introdurre una cadenza quadriennale a metà di ogni ciclo olimpico. Ci si ritrova, quindi, a Berlino Ovest nel mese di agosto del 1978. La grande ribalta in chiave azzurra è presa dalla nazionale di Pallanuoto che proprio con il Bronzo di tre anni prima a Calì aveva iniziato la risalita ai vertici mondiali che era continuata con la medaglia d’Argento alle Olimpiadi del 1976 di Montreal.
E’ la squadra guidata da Gianni Lonzi e capitanata dal grande Gianni De Magistris, Alberani in porta, Massimo Fondelli, Sandro Ghibellini, Romeo Collina, Roldano Simenoni, Sante Marsili, Marco Galli, Paolo Ragosa, Silvio Baracchini e Mario Scotti-Galletta gli altri componenti della squadra. Nel primo girone il Settebello si impone per 6-5 sull’Australia, 4-2 sul Canada e ferma sul pareggio, 5-5, i campioni uscenti dell’Unione Sovietica. Nella seconda fase la Romania viene stritolata 7-2 e un pareggio con gli Stati Uniti per 4-4 porta gli azzurri al girone finale a 4. Le basi del titolo mondiale sono poste battendo la Jugoslavia 6-5 e l’Unione Sovietica 5-4. Domenica 27 agosto la partita decisiva è contro l’Ungheria che due anni prima ha battuto gli azzurri nella finale olimpica; i magiari hanno un punto di ritardo per il pareggio contro l’Unione Sovietica.
Il giorno dopo su La Stampa, Cristiano Chiavegato rivive la partita: “Gli azzurri hanno conquistato una magnifica, incredibile, fantastica vittoria nei campionati mondiali pareggiando ieri sera per 4 a 4 contro i fortissimi ungheresi. E’ stata una partita disputata sul filo del rasoio, in un clima di tifo incredibile, in una serata tormentata dalla pioggia, con la piscina che sembrava una laguna fumosa con l’acqua calda che « bolliva » e la pioggia che veniva giù. Trent’anni dopo l’oro delle Olimpiadi di Londra, diciotto dopo quello dei Giochi di Roma, la squadra italiana ha così completato un trittico eccezionale che la porta al vertice della pallanuoto mondiale. E’ stato un torneo, sofferto, ma senza smagliature. Gli azzurri non sono mai stati battuti e hanno pareggiato soltanto l’incontro con i magiari, battendo la Jugoslavia e l’Urss. La partita ha avuto risvolti quasi drammatici, con un’Ungheria determinata a portare via il successo e un’Italia aggressiva, capace di rispondere colpo su colpo alle botte dei rivali”.
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