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Vietato fischiare Djokovic: gli Australian Open vogliono rimediare alla figuraccia dell’anno scorso

Novak Djokovic e gli Australian Open, ci risiamo. Anno nuovo, ma i problemi restano. Questa volta sono vietati fischi o “buu”, qualsiasi forma di (anche pacifica) critica non sarà accettata. L’organizzazione del Primo Slam della stagione ha varato una norma per tutelare il campione serbo, favorito del torneo. Lì a Melbourne Djokovic ha già vinto nove volte e insegue il decimo successo. Ma cosa sa accadrà se sarà fischiato? Chi lo fa, rischia di essere allontanato e addirittura rispedito a casa. Tutto questo perché Djokovic in Australia non è proprio amato e l’organizzazione vuole prevenire qualsiasi manifestazione di protesta o critica, anche quelle più soft. Infatti, un anno fa il serbo cercò di entrare, da non vaccinato, in un paese blindato a causa del Covid.

Quest’anno, però, Novak ha giocato d’anticipo. Si trova in Australia da fine dicembre e ha già esultato per aver conquistato l’Atp 250 di Adelaide. Lì non è stato bersaglio di critiche e fischi, a Melbourne chissà. “Capisco che il popolo australiano possa avere un’opinione negativa di me dopo quanto accaduto, viste le pesanti restrizioni che ha dovuto sopportare il Paese per il Covid – ha spiegato Nole –. Ma la percezione della vicenda che ha la gente è stata influenzata da un racconto errato da parte dei media”. Come è nel suo carattere, non ha chiesto scusa.

Foto Pixabay | @174495

I fatti del gennaio 2022

Un anno fa Djokovic è stato espulso e bandito per tre anni. Pochi giorni fa è potuto rientrare senza alcun problema perché in Australia è stato abolito l’obbligo di vaccinazione. Così come quello di effettuare dei test: i tennisti positivi al Covid potranno scendere in campo. In pratica, è cambiato tutto. Anche per i tifosi che devono stare attenti per conservare il proprio posto sulle tribune di Melbourne Park. Quanto accaduto l’anno scorso, comunque, non è stato dimenticato. Anche perché ogni giorno veniva fuori un elemento controverso. Lui era stato sicuramente positivo nel giugno del 2020, dopo l’organizzazione dell’Adria Tour, una tournée tennistica in pieno post-lockdown che aveva fatto discutere. Solo dopo l’arrivo in Australia, e dopo l’annullamento del visto di ingresso, è emersa una seconda positività, riscontrata con un test Pcr effettuato il 16 dicembre 2021.

Il tira e molla con l’Australia

La negativizzazione c’è stata sei giorni dopo. La positività di dicembre è stata portata come “giustificazione” per la richiesta di esenzione dal vaccino. Ma il giorno in cui è stata riscontrata la positività, Djokovic a Belgrado ha preso parte alla presentazione di due francobolli a lui dedicati e, successivamente, ha partecipato a una tavola rotonda organizzata dalla sua fondazione. Oltre che aver partecipato poi ad altri eventi. Il governo centrale australiano aveva ribadito che l’aver avuto il Covid negli ultimi sei mesi non era condizione sufficiente per chiedere l’esenzione. Ne era nato un braccio di ferro incredibile, ai limiti dell’immaginazione. Novak riammesso in Australia, che si allenava a Melbourne Park, ma alla fine il ministro dell’immigrazione Alex Hawke gli aveva ribadito di lasciare il paese, saltando l’edizione 2022. Un anno dopo Djokovic ci sarà. Ma guai a criticarlo.

Foto Pixabay | @HeungSoon

Amante dello sport

Djokovic ha fatto dell’adattabilità il suo punto di forza. Si spiegano anche così alcuni record. Tra tutti, è l’unico tennista ad aver vinto tutti i massimi tornei (Slam, Master 1000 e Atp Finals) almeno due volte in carriera. È un atleta curioso, che ha determinazione e voglia di vincere. E sente spesso l’esigenza di cambiare anche il sistema di allenamento. Inoltre, quando decide di separarsi dalla racchetta, sperimenta esercizi e discipline sportive diverse tra loro. Dal canottaggio al surf. Ma la sua ultima novità, nell’estate 2022, è la capoeira. Si tratta di un’arte marziale brasiliana che unisce lotta, acrobazie e musica. E l’anno prima, durante i Giochi Olimpici di Tokyo, il campione serbo decise di fare riscaldamento insieme alle atlete della squadra di ginnastica artistica del Belgio. Infine, ha praticato l’antigravity yoga, una versione dello yoga praticato attraverso l’uso di teli elastici.

Redazione Olympialab

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