Succede di vincere una Porsche, ma non poterla guidare. Non perché non si vuole, bensì perché non si ha la patente. È la storia di Elena Rybakina, tennista russa naturalizzata kazaka, che qualche giorno ha trionfato a Stoccarda, vincendo il torneo Gran Prix (Wta 500), in finale contro l’ucraina Marta Kostjuk in due set (6-2, 6-2). Lo ha fatto sulla terra rossa e si è aggiudicata anche una Porsche Taycan. Ma a nessuno (o quasi) è sfuggita una particolarità nelle foto di rito. Elena Rybakina è seduta lato del passeggero nonostante quel bolide fiammante fosse ormai su, vinto sul campo.
La tennista, infatti, aveva bisogno che qualcuno altro guidasse l’auto. Non perché fosse stanca o non avesse voglia o (meglio ancora) fosse emozionata, ma perché non può. E lo ha ribadito lei stessa nelle interviste post finale: “Beh, veramente non ho la patente”. Tutto vero. Elena Rybakina è la numero quattro al mondo e in Germania è stata la prima giocatrice a conquistare tre titoli nel circuito femminile nel 2024. Stoccarda dopo Brisbane (in Australia) e Abu Dhabi (Emirati Arabi). A conferma del suo ottimo stato di forma. Inoltre, quello in terra tedesca è stato l’ottavo titolo internazionale messo in bacheca.
Come detto, nell’ultimo atto del torneo Wta 500 di Stoccarda, la kazaka ha battuto in due set, e dominando il match, l’ucraina Marta Kostjuk. Ed è arrivata a giocarsi il titolo dopo aver eliminato nei quarti la nostra Jasmine Paolini (6-3, 5-7, 6-3) e in semifinale la numero uno al mondo, la polacca Iga Swiatek (6-3, 4-6, 6-3). Ed ecco che in finale non ha avuto problemi, invece, a chiudere l’incontro in due set, senza troppe sofferenze, in 69 minuti. Così ha vinto anche la Porsche Taycan. E quando ha rivelato di non avere la patente, il pubblico di Stoccarda si è fatto una risata. Come se l’è fatta anche Rybakina, che lo scorso anno conquistò anche gli Internazionali d’Italia a Roma. Però, la kazaka ha fatto una promessa: “Questo è l’obiettivo da raggiungere al di fuori del campo nel più breve tempo possibile”. E ancora: “Di sicuro la macchina la faremo girare, forse a Dubai. Quindi a guidare sarà sicuramente Stefano (Vukov, il coach della giocatrice nata in Russia, ndr), forse anche mia madre. Ma spero di farlo presto anch’io”.
Nella vita di Elena Rybakina non c’è soltanto il tennis. Inizialmente ha seguito le orme della sorella maggiore Anna, tra pattinaggio sul ghiaccio e ginnastica artistica. La tennista kazaka ha praticato con passione entrambi gli sport fino all’età di sei anni, ma ha poi rinunciato perché non avrebbe mai potuto intraprendere una carriera da professionista in entrambi gli sport. La motivazione? Le è stato detto che era troppo alta. A oggi misura 1,85 metri.
Così si è lanciata sul tennis e ha iniziato a giocarci a sei anni e successivamente, all’età di 15 ha giocato la sua prima partita nel circuito ITF, in Turchia nel 2014 (ancora prima di ottenere la cittadinanza kazaka). È diventata professionista nel 2017, quando ha giocato il suo primo torneo Wta a Mosca e si è fatta un nome quando ha sconfitto la numero 7 del mondo Caroline Garcia nel secondo turno del torneo di San Pietroburgo, nel 2018. La svolta per Elena Rybakina è arrivata nel 2022 a Wimbledon, dove si è aggiudicata a sorpresa il titolo nel singolare femminile. Suo padre ha poi rivelato che appena sei mesi prima dell’exploit a livello Slam, la tennista 23enne aveva pensato di lasciare il tennis per sempre.
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